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Rovistando ne "Il guardaroba degli italiani voltagabbana", Bruno Tomasich raccoglie la polvere caduta inavvertitamente dalla penna del più che famoso giornalista Bruno Vespa, autore del libro "Gli italiani voltagabbana", edito da Mondadori. Ne risulta una storia per molti versi uguale e per altri profondamente diversa da quella raccontata da Vespa in quanto vista da un antiquato rudere, nostalgico di un mondo antico, e perfino incapace di sopravvivere in questa disinvolta modernità. Così la polvere dei voltagabbana, bagnata dall'acqua del "ruscello che sgorga lassù", è divenuta un impasto di fango a sporcare "l'argento del fiume" che non scorre più "sereno e sicuro" ma s'è fatto limaccioso a togliere la speranza del domani che non appartiene più a coloro che non conoscono il senso del cambiare gabbana. L'autore riconosce i suoi limiti e licenziando il suo libro già sa che saranno in pochi a leggerlo e ancora meno a comprenderlo. Quei pochi che, "amici del vento" non si sono piegati come canne al soffi o della bufera che ha investito la "terra dei Padri". A loro: buona lettura.